Mezzi tecnologici per la liquidazione dell’incidente

L’esecuzione di lavori di liquidazione dell’incidente di Chernobyl sarebbe stata praticamente impossibile senza l’utilizzo di una serie di macchine speciali presenti sia in Unione Sovietica, sia in Europa altamente tecnologiche. Buona parte di esse fu costruita appositamente proprio perché solo durante l’esecuzione dei lavori fu possibile determinare le esigenze necessarie alla liquidazione.

Tale situazione comportò una grande accelerazione nello studio e nella realizzazione di prototipi di robotica civile in URSS.

Fortunatamente la base tecnologica imperniata sulla ricerca spaziale dell’Unione Sovietica era incentrata verso un largo uso di veicoli automatizzati destinati all’esplorazione della Luna e di Marte, e questo know how fu determinante nello sviluppo di in tempi ridotti e frenetici di veicoli robotici per uso civile.

I sistemi sperimentati a Chernobyl hanno messo in evidenza l’assoluta necessità di poter contare su macchine in grado di svolgere compiti particolari in situazioni nelle quali è impossibile la presenza umana. Da allora una parte consistente della robotica civile ha ricevuto grande impulso ed ha permesso la creazione di macchine denominate in seguito SCOUT ROBOT.

La liquidazione, nel suo insieme, fu un fatto complesso che coinvolse un numero e una tipologia enorme di mezzi tecnologici, non solamente robot automatici.

Le necessità che partirono dal contenimento dell’incendio dovuto all’esplosione, al circoscrivere i luoghi interessati, allo sgombero dei detriti, alla decontaminazione delle aree, degli edifici e dei luoghi, all’ispezione delle parti interne della centrale e alla ricerca dei particolari altamente radioattivi coinvolti, alla costruzione delle opere di difesa del suolo e dell’ambiente e alla costruzione del sarcofago, costituiscono ancora oggi un compito di proporzioni incredibili.

Eppure questo compito fu portato a termine da un esercito di uomini (che dovremmo chiamare eroi) direttamente sul campo e attraverso l’ausilio di una serie di macchinari fortemente avanzati sul piano tecnologico, costruiti appositamente o adattati da modelli militari esistenti.

Oggi essi riposano nei cimiteri tecnologici della zona, oppure sono stati interrati a varie profondità a causa delle radiazioni assorbite.

Parte essenziale della liquidazione è stata possibile grazie alla loro bontà e tecnica costruttiva e per questo, a 25 anni dalla tragedia dell’esplosione del reattore 4 della centrale, riteniamo utile darvene descrizione e testimonianza.

Purtroppo non esiste una sistemizazione di tutti gli interventi effettuati da queste macchine, neppure di tutte le missioni effettuate dai robot all’interno del sarcofago, nel compito di ricerca e analisi, separazione e raccolta dei particolari e dei frammenti dell’esplosione.

In questo studio cercheremo di segnalarvi le macchine più significative impiegate, secondo la loro tipologia, il tipo di missione, le loro caratteristiche tecniche, il tipo di lavoro svolto, che oltre alla zona della centrale, riguardò, per la decontaminazione diretta, 157 insediamenti civili.
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