Decontaminazione della zona vicino a Chernobyl

La tecnica principale utilizzata per questo scopo è consistita nell’impiego di macchine movimento terra, macchine operatrici (bulldozer, ruspe, livellatrici), e macchine speciali di ingegneria e delle unità di protezione civile.

Gli standard però risentivano della mancanza di un'adeguata protezione del personale dagli effetti delle radiazioni ionizzanti e quindi non possedevano i requisiti di base per effettuare una disattivazione in sicurezza, (ad eccezione di alcune attrezzature militari).

Durante la fase di decontaminazione sono stati usati potenti macchinari per l’ edilizia civile: ruspe, cemento, gru, prefabbricati, ecc. e, in molti casi, un grande lavoro manuale.

Sia mediante i bulldozer, che manualmente, è stato dercorticato uno spessore di terreno di circa 20 cm, il che ha naturalmente portato a enormi volumi trasportati in appositi “cimiteri”.

Si è constatato che dopo la rimozione del terreno vegetale le radiazioni in superficie sono diminuite solamente di 3-5 volte.

Lavaggio e fissaggi con soluzioni chimiche

Nelle prime settimane dall'incidente la principale fonte di inquinamento atmosferico da radionuclidi era rappresentata dalle emissioni dovute alle attività del nocciolo all’interno del reattore distrutto, poi, con il contenimento degli incendi e della fase di espulsione dal reattore, la formazione di inquinamento radioattivo in atmosfera causata dalla formazione di polveri e dal vento, in grado di trasportare i radionuclidi ovunque e a grandi distanze assunse importanza prioritaria. 
Il problema richiedeva una rapida decisione. 
La prima preoccupazione fu quella di fissare le polveri nelle zone di ricaduta intensa. I responsabili decisero di utilizzare tecnologie di composizioni dei polimeri per il fissaggio.
L'unicità della situazione era determinata dal fatto che, nonostante la disponibilità di conoscenze per l'uso di rivestimenti localizzanti, esse non si riferivano a fissaggi riguardanti contaminazione radioattive, soprattutto per zone così ampie e territori con altissimi livelli di radiazioni ionizzanti. 

La soluzione di questo problema è stata possibile solamente attraverso il coinvolgimento delle aziende industriali chimiche e delle necessarie attrezzature di spargimento adattando mezzi aerei (elicotteri) e utilizzando mezzi speciali in dotazione a esercito e pompieri.
Questa situazione venne seguita attraverso la Commissione Governativa 1986/07/05 che effettuò un ampio lavoro di controllo sulle polveri da inquinamento in questi settori. 
Il lavoro pratico fu affidato al Ministero della Difesa dell'URSS che utilizzò stazioni semoventi su autocarri (ARS), elicotteri MI-2, MI-8, Mi-26, unità speciali come UMP-1, montati su telai BELAZ, maggior costruttore di veicoli speciali fuoristrada per cave, cantieri, miniere.



Rivegetazione della zona e rimboschimento

Completato lo smaltimento della Foresta Rossa, esistevano grandi aree prive di vegetazione in prossimità della zona di Chernobyl nelle quali si addensavano e raccoglievano grandi quantità di polvere radioattiva aumentando in modo considerevole l'esposizione per il personale al lavoro nella stazione e nella zona.

Per questo si decise di eseguire dei processi di rivegetazione.

Il recupero delle zone fu effettuato attraverso varie fasi, innanzitutto con il miglioramento della situazione riguardante le radiazioni. La fase iniziale dei lavori di bonifica consisteva nello stabilire un prato erboso. Successivamente, dopo aver esaminato le prospettive di bonifica, gli agronomi hanno sviluppato il processo di rimboschimento delle aree.

Attraverso questo percorso si è cercato di definire una programmazione territoriale stabile attraverso piantagioni adatte al percorso di bonifica. 

I lavori di bonifica sono stati avviati nell'autunno del 1987 utilizzando metodi di rivestimento a base di polimeri. Gli scienziati ritengono che questi rivestimenti, usati per impedire la dispersione delle polveri, faciliterebbe la creazione delle coperture vegetali (con l'effetto serra ad accelerare la rizollatura erbosa). 

Oltre alla sabbia è stato usato polimero fissativo in lattice per creare un film impermeabile forte.

Il processo di rimboschimento non ha potuto giovarsi dell’ausilio di mezzi tecnici nella fase di piantare gli alberi.
Le superfici dei suoli erano talmente ingombre di residui (tronchi d'albero, rami, radici, murature e macerie di edifici) da non consentire l’ impianto di alberi con attrezzature tecniche.

Quindi la maggior parte del lavoro di rimboschimento nelle zone lungo le strade (circa 500 ettari di bosco!), è stata effettuata a mano con vanghe Kolesov e pale ordinarie.

La liquidazione nel settore del villaggio Kopaci fu pienamente attuata nella primavera del 1991.

In questo caso la riforestazione è stato effettuata su una superficie di 4 ettari attraverso processi meccanizzati con macchine per la piantagione automatica LAM-1A.

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